Artefacta Lapis
Opere di
Raffaello Galiotto
A cura di Alfonso Cariolato
Ex chiesa di San Pietro in Monastero
Via Garibaldi, 3 – Verona
11-18.10.2024
Opening: 10.10.2024, ore 18.30
Artefacta Lapis è realizzata nell’ambito del programma di eventi collaterali di ArtVerona, in collaborazione con Marmomac.
Arte e tecnologia nelle 21 opere scultoree in marmo realizzate da Raffaello Galiotto in mostra nell’Ex chiesa di San Pietro in Monastero nel cuore di Verona dall’11 al 18 ottobre 2024. Curata da Alfonso Cariolato, Artefacta Lapis è realizzata nell’ambito del programma di eventi collaterali di ArtVerona, in collaborazione con Marmomac.
Forme arcuate, eleganti increspature della materia, superfici plasmate ad arte per il tramite della tecnologia. Si presentano così le ventuno opere litiche – di cui cinque inedite – realizzate da Raffaello Galiotto per Artefacta Lapis, la nuova mostra personale che animerà gli spazi del’Ex chiesa di San Pietro in Monastero nel centro storico di Verona dall’11 al 18 ottobre 2024 in parallelo alla 19a edizione di ArtVerona, fiera d’arte moderna e contemporanea nel portafoglio di Veronafiere.
Curata da Alfonso Cariolato – filosofo dell’arte che per il volume della mostra ha scritto Polvere, acqua e punta di diamante, un intenso testo critico che accompagna le immagini dei lavori in mostra – Artefacta Lapis è un raffinato viaggio nella ricerca d’artista condotta da Galiotto, un lavoro in equilibrio tra arte e tecnologia, tra Natura e materia, tra pensiero antico e strumenti della contemporaneità.
È pratica complessa quella messa a punto da Galiotto per dare forma – letteralmente – all’idea. Una pratica che forgia gli strumenti che concretamente sono chiamati a modellare la pietra, forzandola, incidendola, levigandola per lasciar affiorare in superficie le forme organiche disegnate al computer dall’artista. Arte e tecnologia come espressione dello spirito del tempo ma con un limite, quello che il curatore definisce “la rivincita della materia” così descritta nel testo in catalogo:
“Le forme sono opera dell’uomo, ma in esse il materiale si prende la rivincita. Si lascia plasmare e nell’attimo più alto quando ormai si sarebbe indotti a credere che l’idea abbia campo libero, quasi affrancata dalla materia, dunque nel momento platonico della pura forma, a emergere è l’elemento materico con i suoi colori, le gradazioni, i toni allo stato brado. Si comprende così che non c’è forma separata dalla materia, o meglio: la forma è sempre forma-dei-materiali, con le loro peculiarità e idiosincrasie.”
Accanto alla forma, dunque, il colore.
Espresso in purezza o policromo, a tratti uniforme, in altri striato.
Denso e pastoso o appena accennato al limite della percezione.
In queste sculture i colori dei marmi interagiscono di volta in volta con la figura in una modalità tale da scompaginare i limiti tra l’ideato e il naturale. L’esito di questo intreccio, tra la prestazione tecnica spinta alle estreme possibilità e il risultante dalla persistenza inaggirabile del materiale, è una singolare serie di esseri biomorfi che sembrano provenire da altri mondi. Anche gli spessori – talmente sottili da influenzare la percezione della luce e del colore – concorrono ad alimentare la creazione di un mondo “altro”.
“I colori dei marmi vengono esibiti nelle loro vene più nascoste tanto da confondere i confini tra artificio e natura.” – Alfonso Cariolato
Allestite lungo l’asse centrale della navata e nei quattro altari laterali dell’Ex chiesa di San Pietro in Monastero, le ventuno opere in marmi colorati saranno illuminate per esaltare le increspature e le pieghe della pietra, le percettibili variazioni cromatiche delle superfici e degli spessori della materia. Un gioco di chiaroscuri teatrali per una messa in scena dal forte impatto visivo.
Realizzata nell’ambito del programma di eventi collaterali di ArtVerona, in collaborazione con Marmomac, Artefacta Lapis così nelle parole di Federico Bricolo, Presidente di Veronafiere:
“Artefacta Lapis sintetizza mirabilmente il ruolo di Veronafiere quale catalizzatore di innovazione e cultura sul territorio. Per questo siamo orgogliosi di presentare questo progetto che esemplifica la sinergia tra memoria storica e futuro, e ringraziamo Raffaello Galiotto per averci donato queste suggestioni, capaci di ispirare tutti noi verso nuovi orizzonti.”
“Ciò che mi affascina maggiormente
è la ricerca di forme strutturali ambigue,
a cavallo tra il regno animale e quello vegetale
che alludono alla polpa del corpo
e alla sembianza da esse stesse sottesa.”
– Raffaello Galiotto
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Progetto allestimento Artefacta Lapis